Le operazioni mentali per età.
1. | Le operazioni mentali per età. |
Sono le capacità specifiche delle età, che evolvono, che maturano, che migliorano, con l’età. Cambiano i mattoni. I mattoni sono la differenza.
Le operazioni mentali per età.
1. | Le operazioni mentali per età. |
Sono le capacità specifiche delle età, che evolvono, che maturano, che migliorano, con l’età. Cambiano i mattoni. I mattoni sono la differenza.
La Rappresentazione mentale.
La rappresentatività è la capacità di far diventare un oggetto, una immagine mentale.
La rappresentazione mentale è l’immagine che sta nella mente. La rappresentazione mentale fa i concetti. Fa le idee. Fa i mattoni.
1. | Rappresentazione mentale. Senza o con. |
2. | Rappresentazione mentale. Come si fa. |
Come fa la mente a passare dall’oggetto concreto al concetto astratto ? Ecco come ci arriva.
3. | L’ immagine mentale. E il disegno. |
L’ immagine mentale ha bisogno del disegno, per entrare nella mente, in modo sicuro e stabile.
E il pensiero diventa unico, originale e irripetibile.
E il pensiero diventa libero, autonomo e responsabile.
Elaborazione mentale.
L’ elaborazione mentale, sono le operazioni mentali, che si fanno con le immagini mentali. Non si riesce ad elaborare a livello astratto, se non lo si è fatto con le immagini mentali.
4. | Elaborazione mentale. Le operazioni mentali. |
E i collegamenti li deve disegnare. Li deve segnare. Li deve fermare. Li deve confermare. Li deve far restare. Sul foglio. E restano. Anche nella mente.
Le operazioni con le immagini mentali.
Educare all’immaginazione
L’immaginazione non è un aspetto illusorio, fantastico e, privo di realtà come alcuni pensano. L’immaginazione è la capacità di rappresentarsi mentalmente qualcosa che è stato sperimentato: un elemento concreto, un pensiero, un’emozione, una sensazione, un’intuizione.
Nell’immagine mentale che si forma non c’è solo la rappresentazione di quello a cui ci si riferisce, ma c’è anche una parte emotiva, inconscia. Nell’immagine è quindi presente una parte conscia e una inconscia che si integrano in un tutto unico. L’immagine è il contenitore dei due elementi e nel stesso tempo il luogo del loro incontro. Il bambino che disegna genitori si rifà alla sua immagine interna; questa riproduce: come li ha percepiti a livello ideativo, come li vive a livello emotivo, la presenza di paure, angosce, piacere nella relazione, e anche aspetti inconsci che ha colto nel loro modo di essere e che sono del tutto sconosciuti al suo Io e a quello dei genitori stessi.
L’immaginazione permette di attivare la capacità simbolica, la capacità del ” come se ” che stabilisce un ponte tra la realtà concreta e l’inconscio e che ha una fondamentale funzione trasformativa.
L’immaginazione è la possibilità di accogliere in un contesto cosciente le stimolazioni dell’inconscio, le spinte irrazionali. L’immagine diventa così un contenitore di qualcosa di più profondo che vuole apparire. “Imago” significa anche visione, apparizione. Nell’immagine prende voce quello che non ha voce, forma quello che non ha forma, spazio quello che non dà spazio, ritmo ciò che non ha tempo, materia ciò che non ha materia, corpo ciò che è solo spirito.
Anche gli archetipi che sono tendenze collettive, innate e inconoscibili, si manifestano sotto forma di immagini e, in modo specifico, attraverso una rappresentazione simbolica: la fata è il materno buono, la strega è il materno cattivo e distruttivo, l’orco è il paterno cattivo, il bambino è l’elemento nuovo, il vecchio la saggezza, e cosi via.
Il simbolo infatti “incarna l’immagine di un contenuto trascendente il conscio” . E’ qualcosa di misterioso, di impossibile da definire e da comprendere perché è una realtà unitaria di conscio e inconscio e ha la funzione di determinare una trasformazione profonda.
Le fiabe, i miti e le religioni sono infatti ricchi di simboli perché hanno la facoltà di attivare un cambiamento radicale della storia personale e collettiva e perché rimandano a un senso più ampio, universale e inconscio che non si può completamente spiegare.
Anche l’uomo produce simboli inconsciamente e spontaneamente sotto forma di sogni. I sogni sono caratterizzati da immagini simboliche che corrispondono alle parole del linguaggio dell’inconscio. I sogni sono le lettere che il Sè, il seme originario, ci invia ogni notte in per farci capire con il suo linguaggio simbolico, chi siamo veramente, dove stiamo sbagliando, cosa ci serve in quel momento, qual è il progetto e la missione che abbiamo dentro e come realizzarla.
Nella nostra società l’immagine è usata in modo prevalente perché le imprese pubblicitarie e produttori di beni di consumo sanno bene quanto è efficace nell’entrare in modo immediato e diretto anche nell’inconscio. Sanno che ha più potere del linguaggio scritto o verbale e la usano quindi per condizionare i comportamenti all’acquisto di alcuni prodotti o nell’impostare dei modi di essere collettivi e uniformi che si possono facilmente manipolare.
Tutti i soggetti con un Io debole e i bambini che non hanno ancora un Io formato e autonomo, sono quelli che assorbono di più questi messaggi. I bambini in particolare assorbono i comportamenti e modi di fare di personaggi dei cartoni animati con cui si identificano.
L’attenzione maggiore per l’immagine che i bambini e i giovani dimostrano, non dipende solo dalla loro predisposizione naturale ai contenuti inconsci, ma è dovuta anche al bisogno di elementi irrazionali, emotivi e simbolici che mancano nella nostra società.
La nostra società non ha più alcun riferimento con i simboli, che hanno l’importante funzione di collegarci con l’inconscio personale, collettivo e con lo spirito. Ha sostituito i simboli in cui si ritrovavano e si riconoscevano più persone, con i beni di consumo, la visibilità, il consenso e il successo sociale, il potere e il controllo.
Le persone hanno quindi perso il loro riferimento interno e i giovani è come se ricercassero nelle immagini una compensazione nei confronti di un mondo troppo invaso dal concreto, dal razionale, di un mondo che rifiuta e ha il terrore dei problemi, del dolore e della morte perché non è più capace di trovarne il senso e il significato.
Educare all’immaginazione i propri figli significa quindi dargli la capacità di richiamare da dentro di sé le immagini interiori e poterle riproporre con il disegno, la pittura, scultura, poesia, racconto, diario, danza, musica, ritmo, canto, suono.
Significa insegnargli a vivere una dimensione inconscia e simbolica che, non solo gli permette di difendersi meglio dalle immagini prefabbricate ed artefatte che vengono dall’esterno, ma gli permette anche di riconoscersi e di trovare la propria strada.
Dr.ssa Maria Grazia Vallorani
© 2011 – Tutti i diritti riservati. Il presente testo è liberamente riproducibile per uso personale con l’obbligo di citarne la fonte ed il divieto di modificarlo, anche parzialmente, per qualsiasi motivo. E’ vietato utilizzare il testo per fini lucrativi. Per qualsiasi altro uso è necessaria l’espressa autorizzazione dell’autore. Pubblicato nel Marzo 2011, online da Gennaio 2013. Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge
La struttura operativa mentale
Tutto l’insieme delle idee è un insieme organizzato in modo strutturato. Viene definito struttura operativa mentale, perché la struttura che organizza tutte le idee, le ordina e le gestisce attraverso delle operazioni mentali (che abbiamo descritto).
La struttura operativa mentale può essere quindi rigida se le operazioni avvengono in modo lento, passivo, incerto; oppure fluida se il sistema operativo è attivo, funzionale e produttivo.
Le idee che compongono il sistema operativo sono diverse a seconda dell’età e della capacità ideativa. Sono mattoni diversi, ma il modo di operare è simile.
I mattoni sono costituiti in tenera età da percezioni derivate dall’esperienza concreta e sensoriale. Le operazioni mentali che vengono fatte con tali dati si chiamano quindi operazioni mentali concrete. Si differenziano dalle operazioni mentali formali o astratte perché queste operano su concetti astratti e quindi formali.
Dal concreto all’astratto.
Come fa un dato concreto ad arrivare all’astratto? Come fa a diventare una idea, un pensiero? Un dato concreto arriva all’astratto attraverso quattro fasi:
Dr.ssa Maria Grazia Vallorani
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