Educare all’intuizione e alla creatività.

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Educare all’intuizione e alla creatività.

 

L’intuizione.

L’intuizione è la funzione attraverso la quale si percepiscono le possibilità, cioè in quanti modi diversi si può fare una cosa. È anche il presentimento cioè la capacità di intuire anticipatamente quello che non è ancora visibile,  le potenzialità future di una situazione.

 La sensazione percepisce la realtà attraverso i sensi fisici, l’intuizione percepisce attraverso l’inconscio. L’intuizione è a diretto contatto con l’inconscio e riceve dall’inconscio lampi di genio, suggerimenti, spunti artistici.

 La parola intuizione viene dal latino intueor = guardare dentro e da intuitio = immagine riflessa dello specchio. L’intuizione è infatti un immagine che viene dall’inconscio e che si riflette sulla coscienza come in uno specchio.

Poiché viene dall’inconscio dove non c’è il tempo e lo spazio, riesce a cogliere aspetti  e germi del futuro, riesce ad avvertire modalità completamente nuove di approccio ad un problema, riesce a cogliere e a fiutare soluzioni originali.

 È la capacità creativa dell’artista che è in contatto con i germi del futuro e con germi universali che sanno parlare ad ogni uomo, perché sono immagini che corrispondono a livelli inconsci collettivi molto profondi.

 Educare all’intuizione  significa quindi favorire nel bambino la capacità di cogliere le possibilità: cioè in quanti modi possibili si può usare un oggetto, quante diverse possibilità ci sono di raccontare un evento, in quanti modi diversi si può esprimere un  sentimento.

E’ anche un abituarsi a non irrigidirsi mentalmente, a non fossilizzarsi, a non diventare  unilaterali. Imparare che le cose hanno più sfaccettature e si possono guardare in più modi e da più angolature e che ci sono tante diverse possibilità di affrontare problemi, servirà quando saranno adulti a non trovarsi bloccati in situazioni difficili e a trovare sempre una scappatoia.

 Educare all’intuizione significa anche  insegnare a fidarsi di sé, del proprio inconscio, della propria natura, del proprio seme profondo, del proprio Sè.  Essere aperti a quello che può venire dalla parte più ricca e più preziosa di noi, dove ci sono i tesori più importanti e il centro della nostra vita, significa essere centrati sulle cose che contano, essere se stessi, essere più completi. Questo permette di riconoscere i segnali, i simboli, i lampi, le premonizioni, i sentori strani che indicano la strada, che danno la soluzione, che scoprono aspetti profondi e sconosciuti.

 È uno degli insegnamenti più preziosi che un genitore può dare figli, perché è quello che gli permette di imparare a trovare soluzioni, a mettersi in contatto con i germi del futuro, a creare qualcosa di nuovo che non è mai esistito.

 

Educare all’intuizione significa anche educare alla creatività.

La creatività non è pensare a qualcosa di diverso, di nuovo rispetto a quello che è già stato fatto. Non è una invenzione razionale o un messaggio sociale e politico  espresso attraverso un’immagine.

La vera creatività è l’aprirsi e il mettersi in contatto con qualcosa di sconosciuto a se stessi e agli altri, qualcosa di sconosciuto dal passato e dal presente, qualcosa che non è posseduto da nessuno.

È il lasciarsi attraversare da qualcosa di autonomo, vitale, immediato, fulminante e imperioso che si impone e che deve assolutamente essere espresso. Immagine, idea, collegamento, sentimento che sia, è  una manifestazione dell’inconscio che ha deciso di rivelarsi a quella persona e in quel momento. È un messaggio universale che l’artista può e deve passare al mondo.

 Quando l’artista ha un lampo di genio, una rappresentazione fulminante è come posseduto da un’energia autonoma e potente che lo obbliga a produrre subito l’opera, cioè ad incarnare il messaggio inconscio che ha ricevuto. È un centro vitale che prende e che emana un energia archetipica collettiva ed è caratterizzato da una intensa tonalità affettiva. Infatti l’artista non conosce a livello razionale quello che sta facendo, è preso dalla tonalità affettiva in modo totale. Solo alla fine può cogliere il senso dell’opera.

 

 

 

 

 

Dr.ssa Maria Grazia Vallorani 

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