Spazi comuni nelle Case di riposo

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La casa di riposo.

L’organizzazione centrale e integrata per l’assistenza degli anziani   ( Vedi Tabella.  Clicca su: Rete Servizi anziani )   include anche le case di riposo convenzionate, pubbliche e private. Tra il personale sanitario, è fondamentale anche la presenza di personale psicologico, educativo e di animatori. L’aspetto emotivo è il cardine della salute, è il motore della salute fisica. Ed è anche l’occasione per attivare le qualità, le capacità innate, le potenzialità della persona. Una occasione per rendere nuova, piacevole, gradevole, l’ultima parte della propria vita. L’occasione per fare dell’ultima parte della propria vita, un’opera d’arte.

L’animo umano e l’inconscio hanno potenzialità incredibili. E hanno una sapienza, che va al di la dei libri e delle statistiche. Particolarmente in quest’età bisogna far leva sul cuore e sull’anima. Bisogna far leva su  questi aspetti, per  risollevare anche quello fisico.

Non bisogna partire dall’aspetto fisico,  che è  il più deficitario, il più precario. Non bisogna puntare sull’aspetto che dà  più angosce che fa più soffrire. Non funziona. Perché la persona ne sente  la precarietà e tende a sentirsi   a deprimersi. Bisogna far leva invece sugli aspetti, sulle parti di sè che funzionano di più, che funzionano meglio.  Sulle parti  di sé  cui la persona si sente più forte, più capace.  Su quelli che  danno più sicurezza. Sono le parti dei sentimenti, del cuore e dell’anima, che l’età non solo non ha rovinato, ma  ha  acuito, fortificato, aumentato.

Basandosi su questi,  aumentando l’attività di questi aspetti, succede che questi a loro volta, a valanga, trascinano anche gli altri. Diventano l’elemento scatenante, diventano l’attivatore, il motore degli altri. Diventano lo scopo e il senso delle attività fisiche, motorie, ideative, logiche, della memoria.  Diventano la motivazione  e il significato del ricordare, sforzarsi, camminare, alzarsi, muoversi, fare.

Un altro elemento che attiva  l’anziano,  è   farlo sentire protagonista della sua vita, di se stesso. Farlo decidere, fargli scegliere le attività che desidera, dargli la possibilità di  fare quello che si sente, quello che va bene per lui, in quel momento.  Significa insegnargli a rispettare se stesso, ad ascoltarsi, capirsi, prendersi cura di sé.  Fargli scegliere quello  che desidera fare e le persone con cui farlo  e il posto in cui farlo. 

L’anziano deve sentirsi protagonista non solo di sé, ma anche della comunità in cui vive. Scegliere insieme, discutere insieme le attività da fare, come, quando, dove farle. Programmare anche l’organizzazione della struttura, per renderla più consona, più adeguata. Per verificare se va bene. Programmare anche gli spazi, per verificare se vanno bene se sono adatti, adeguati alle loro esigenze.

L’anziano è come un bambino, ma non è un bambino. Ha una dignità antica, primordiale, ancestrale, primaria, originaria. Ha un valore sacro da difendere, proteggere. Va quindi consultato, ascoltato, considerato, onorato.  Non va trattato come un bambino, va trattato come un simbolo degli antenati,  della nostra stirpe, delle nostre origini.  Va trattato come  qualcosa di sacro. Perché  è vicino al sacro,  alla morte e alla vita eterna, al senso delle cose, alla meta delle cose.

Organizzazione degli spazi comuni.

Nelle case di riposo, in quasi tutte,  c’è  solo  un posto dedicato alle attività comuni degli anziani. Una grande sala, con tante sedie appoggiate ai muri. Tutte in fila. Tutte uguali. Tutte anonime.  Al centro un tavolo,  una televisione in alto,  a volte più tavoli. Un posto dove gli anziani sono tenuti tutti insieme, così sono più controllabili, più gestibili.

Un posto però dove nessuno può fare un’attività senza essere disturbato dall’altra attività. Chi vede la tv, deve guardarla di lato o in alto e in mezzo a alle grida di chi sta giocando.

Chi parla non può farlo, perché non si sente la sua voce, né quella dell’altro. Oppure se parla lo sentono tutti, diventa tutto pubblico. Non può scegliere con chi stare. È obbligato  a sentire tutti, in tutti i modi, in ogni momento. Non c’è un angolo, un posto riparato, protetto, dedicato  e nello stesso tempo comune.

Ecco quindi una proposta.

Gli spazi comuni dovrebbero essere almeno  3  sale o  ambienti.   L’ideale sono:   6  sale  o ambienti.  ( Vedi Tabella. Clicca su: Sale anziani )

Spazi comuni

 

1.        Sala tv e cinema.

 Un ambiente con una tv grande,  ad altezza  di viso, non in  alto.   Una tv come si trova in famiglia.  Con delle sedie o piccoli divani, che possono essere messi come in un cinema. La sala è la sala della tv, ma anche del cinema, dove si possono proiettare i film, film del passato, ma anche documentari di ambienti del passato e dei tempi passati. Filmati familiari o foto del gruppo degli anziani. Una tv su cui si possono anche vedere dei filmati che gli stessi anziani hanno girato sulle loro attività di gioco.  Filmati  di spettacoli o di attività create da loro e foto fatte da loro.  Sala solo della  tv per poterla vedere, per poterla sentire con calma, con attenzione, senza essere disturbati, o invasi dagli altri che non la vedono.

 

2.        Sala per parlare.

 E una sala formata da angoli privati. Ogni angolo  ha un tavolino , quattro sedie e una lampada. In questa stanza ci si incontra, si parla, si discute,  si prende il  the, si legge,  si lavora al computer,  si sente la musica con le cuffie.  Si fanno attività e insieme senza disturbare gli altri. Si sta insieme, senza invadere gli altri. Ci si fa compagnia insieme, nel rispetto degli altri.

Ognuno può scegliere il suo angolo e quindi i suoi amici. Le persone con cui parlare. Può scegliere il posto, la persona e  l’attività che gli è più gradita, che in quel momento si sente di fare, che in quel momento vuole condividere con gli altri.

 

3.        Sala giochi da tavolo.

 Poi c’è la stanza dei giochi da tavolo, con diversi tavolini  e le sedie. Negli scaffali a disposizione c’è molto materiale di gioco da tavolo (vedi attività della mente  e Tabella.   Clicca su:   Tabella attività). Ognuno può scegliere quale tipo di gioco vuole fare e con chi vuole giocare, e il tavolo e il gruppo con cui vuole giocare. È una stanza più rumorosa, ma ordinata, perché tutti sono seduti al tavolo. I giochi sono tanti e servono per attivare la mente, il cuore e la relazione.

 

4.        Sala giochi liberi.

 È una sala dove ci si può ritrovare, per giocare in gruppo, tutti insieme. Si possono fare canti, cori, musiche, balli, danze, spettacoli, scenette, barzellette,   disegnare,  dipingere,  suonare,  giocare alla Playstation e alla  Wii. Una stanza dove si può giocare insieme e facendo tutto il rumore che si vuole. Non c’è pericolo di disturbare, perché si fa tutti quella cosa. (Vedi  articolo Attività  del cuore )

 

5.        Sala fisioterapia.

 Una stanza importante per il corpo. Non solo per gli esercizi fisici, indispensabile per la motricità. Ma anche una stanza dove chi si prende cura del corpo e dove ci si aiuta insieme a lavorare sul corpo, con la musica, con il gioco, con la danza, con i colori, con gli odori, con le luci, con i suoni.

 

6.        Sala della Chiesa.

 Questa è la più importante. È il luogo dell’anima. Nell’ultima fase della vita, diminuisce la coscienza, le emozioni si intensificano e l’anima diventa prevalente, dominante. Se l’anima non viene coltivata, non viene considerata, non viene accettata, in questa fase della vita, la personalità subisce una implosione.

L’anima di fronte alla morte, si attiva di più, si fa sentire di più. Ha bisogno di risposte, ha bisogno di senso, di scopo, di significato. Ha bisogno di sapere dove va, qual è la meta. Ha bisogno di eternità. Ha bisogno di Dio.

Essenziale è questo luogo. Che deve essere protetto dalla tv, dai giochi. Un luogo tranquillo, sereno, dove si può pregare, si può far parlare l’anima con Dio. Per questo è essenziale che ci sia un tabernacolo, e che si possa celebrare la messa. Tutti giorni sarebbe il massimo.

Si può pregare da soli, quando si desidera, quando se ne ha bisogno. Ci sono momenti nel dolore più forte fisico e psichico, in cui solo il rapporto con il Signore, ci consola. Solo il signore ci risana. Solo Dio ci capisce fino al fondo. Solo lui ci ama fino in fondo.

Dove si può pregare insieme. Dove si può cantare insieme. Insieme prendersi cura della Chiesa e della liturgia della messa. Anche qui gli anziani possono essere i protagonisti. ( vedi Attività dell’anima e Tabella. Clicca su:  Tabella attività)  

 

Quindi  6  sale,  6  ambienti,  6  spazi, che l’anziano può scegliere. Dove può spostarsi, secondo il suo bisogno. Ambienti specifici, distinti, separati,  per essere rispettati. Se non è possibile avere  6  spazi, almeno  3  sono essenziali: la sala tv e cinema, la sala giochi e la sala Chiesa.  (Vedi tabella. Clicca su:   Sale anziani. )    L’importante è non concentrare in un’unica stanza questi tre aspetti, perché l’uno esclude l’altro. E l’anziano li subirebbe.

 

A volte basta poco per cambiare la vita di una persona debole e malata. Basta una goccia d’acqua. Un semplice gioco. Un sorriso. Uno sguardo vero, un cuore vero. L’anima lo sa, l’anima lo sente se siamo li per lei o contro di lei o nonostante lei.

 Scegliere la persona, scegliere la dignità della persona al di sopra dei soldi, al di sopra della convenienza, al di sopra degli interessi, al di sopra del profitto, questo ci definisce, ci fa essere migliori, ci fa diventare migliori.

 Ci vogliono scelte politiche e istituzionali coraggiose. Ci vogliono persone coraggiose, che difendono le scelte vere, le scelte giuste, le scelte buone. Ci vogliono nuovi eroi che scelgono, che lottano e che vincono. Il Signore è dalla loro parte. Non saranno mai  soli. Sarà con loro, in loro e per loro, sempre,  qui sulla terra e in Paradiso.

 

 

 

 

Dr.ssa Maria Grazia Vallorani

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