Il metodo Pollicino

Postato il

pollicino1

   Il metodo Pollicino.

                Terapia psicologica per malati di Alzheimer e atrofia cerebrale.     Su base analitica.           Semplice. Pratica. Concreta. Si può fare a casa o in  Istituto.      Metodo nuovo, efficace e gratuito,  ideato dalla  dr.ssa Vallorani Maria Grazia, psicologo-psicoterapeuta.

 

Come Pollicino.

La mente, come Pollicino, viene portata in un territorio sconosciuto, in un bosco, in un ambiente non-familiare. E sa che si può perdere. Più va avanti, e più c’è il rischio di non riuscire a ritrovare la strada. E c’è il rischio di perdere se stesso.

Come Pollicino, la mente può seminare delle briciole. E poi può farsi aiutare dalle briciole, per ritrovare la strada. E per ritornare a casa. E ritornare in se stesso.

Ogni briciola è concreta. È un segno pratico. È un pezzo di sé, che aiuta a ricostruire la figura intera. Un pezzo di sé, che si collega con la parte più profonda. La parte inconscia.

È il ricordo inconscio, che rimane ed è rimasto, che può riattivare il ricordo mentale. Il ricordo inconscio fa da molla, da motore, da spinta, e muove e attiva e riattiva la sfera cognitiva.

Non riattiva solo il ricordo, ma anche tutto ciò che è associato a quel ricordo. Tutto ciò che è collegato. Quindi aziona uno schema coordinato, che, a sua volta, richiama altri ricordi e altri schemi.

Le briciole.

scatola-immagine-animata-0009

Le briciole, devono essere concrete. La malattia ha fatto regredire la mente a stadi evolutivi primari (ai primi mesi di vita), e allo stadio delle operazioni mentali concrete. Sono necessarie quindi cose concrete, che si possono vedere, toccare, sentire. Che hanno una forma, un peso, un colore preciso.

 

 

       Briciola mentale.        e     Briciola   concreta.                                    

_____________________________________________________________________________________

  1. Chi sono io.                                    
  • Album di foto della propria storia. Con la propria foto grande in copertina. E tutte le foto in ordine di tempo, dalla nascita ad oggi. Foto reali o copie di altre foto, stampate con computer e ingrandite.   Sotto ogni foto un nome,  che dice chi è. Dove stava. Quando. Come.
  • Video di sé. In un DVD e la propria foto sulla copertina. È la persona malata che parla di sé. Che dice quello che conta per lei. Quello che le sta a cuore. Quello che vuole passare ai suoi nipoti.

_________________________________________________________________________________________

  1. Dove sto.
  • Un biglietto, una foto, un pulsante, al collo. Una cosa che porta addosso, che aiuta gli altri a sapere dove abita. E a lui, a riconoscere il posto dove deve tornare. Se si perde.
  • Un indicatore digitale, piccolo come una moneta, come per  ritrovare l’auto, che permette ad una APP di ritrovare dove sta. O una APP che segnala a livello vocale, dove deve andare.

_________________________________________________________________________________________

  1. Chi è la mia famiglia.
  • Album di foto della famiglia intera, in copertina. Dentro le foto di tutti i parenti, e sotto il nome.
  • Video in DVD. Ogni famigliare si presenta e dice chi è.
  • MP3 con voci dei parenti, dei figli e dei nipoti, che parlano al nonno e gli dicono che gli vogliono bene. E suoni di casa, familiari.

________________________________________________________________________________________

  1. Le mie cose.
  • Scatola con dentro dei ricordi personali. Pezzi di cuore. (Spille, biglietti, lettere, regali, fiori, profumi…).
  • Video in DVD della propria casa, della camera e degli oggetti che ama, e che ha amato.

_________________________________________________________________________________________

  1. I miei amici.
  • Album di foto degli amici. Con foto e nome.
  • Video in DVD. Si presentano gli amici e salutano. E ricordano alcuni fatti vissuti insieme.

_________________________________________________________________________________________

  1. Le mie canzoni.
  • MP3 in Dvd, o in Usb, o Ipod, da sentire con le cuffie. Da soli o in compagnia. Canzoni anni 20-30, o classica, per rilassarsi.

_________________________________________________________________________________________

  1. I miei cibi.
  • Album con le immagini dei cibi preferiti. Le ritaglia la persona, e le incolla lei, come le figurine.
  • Disegno del cibo.
  • Cucinare insieme un’altra persona.
  • Gioco del cuoco. Cucinare con le immagini. Cosa ci va? Cosa ci metto?

_______________________________________________________________________________

  1. I miei vestiti.
  • Gioco del vestire una bambola.
  • Immagini  di vestiti da mettere a una figura che corrisponde o assomiglia a sé.

________________________________________________________________________________________

  1. I miei colori.
  • Colorare una figura, una forma scelta.
  • Dipingere con le dita o con il pennello.
  • Incollare pezzi di immagini.
  • Collage. Disegnare con i pezzi di giornale che sono stati ritagliati dal paziente, e incollati.

_______________________________________________________________________________________

      10. Dove voglio andare.

  • Tutti in vacanza. Viaggiare con gli occhi e con il cuore. Con Internet, collegato a un monitor tv, vengono proiettate le immagini del posto scelto. (Mare, montagna, città,…) Con il video di YouTube, o Google Maps.
  • Viaggiare nello spazio. Con i video di YouTube o Internet, proiettati su una tv. Si va a Parigi, a Londra, in America, in Australia, a Roma, chiese, santuari, musei…….
  • Viaggiare nel tempo. Video dei tempi passati. Video dei fatti accaduti. Filmati di YouTube, proiettati sulla tv.

______________________________________________________________________________________

11.  Cosa mi piace fare.

  • Giocare a carte.  Bocce. Lavorare i campi, cantare, ballare, suonare, pregare. Farlo insieme ad altri.
  • Video di altri che lo fanno. Come una proiezione di sè. Con video di YouTube proiettati sulla tv.
  • Mimare quel gesto insieme ad altri, come esercizio motorio.
  • I più gravi, lo fanno con le mani soltanto.

_______________________________________________________________________________________

 

Musicoterapia.

oldie39

  1. Si sceglie una canzone che piace a tutti. Anni 20-30. Con un ritmo facile e chiaro. (Esempio: “Arrivano i nostri a cavallo di un caval”)
  2. Si danza in modo spontaneo.
  3. Si anima la canzone. Si canta e si muovono le braccia con i segni che corrispondono al contenuto. Come fa la guida, davanti a loro. Come i bambini dell’asilo, con la maestra.
  4. Si suona con il proprio corpo. Si batte il ritmo della canzone con le mani prima, con i piedi poi, e alla fine con le mani con i piedi. Si usa il corpo, come una batteria.
  5. Si suona con le cose. Si batte il ritmo su un tavolo o con due cose tra di loro, o più cose a scelta. Si fa una batteria.
  6. Ogni volta una canzone diversa. A scelta di tutti.

________________________________________________________________________________________

Terapia del gioco

2

 

 

 

 

Più la malattia è grave, e più è forte la regressione alle fasi primarie dello sviluppo (primi anni di vita).

Giochi.  Tipici della fase evolutiva,  dai  2  ai  5 anni.

  • Costruzioni medie. Lego o in legno.  Come nella scuola materna. Documentare con foto, per vedere evoluzione. Stimolo motorio. Stimolo ideativo. Attiva la capacità operativa mentale di associazione, confronto, seriazione,  con le forme, i colori, la qualità e la quantità. Stimolo emotivo. Decide la persona cosa fare, come fare, quando e perché. E quello che costruisce è una parte di sé ideativa, ma anche emotiva. È un pezzo di cuore, che viene fuori. Che vive ancora. Che c’è ancora.
  • Puzzle grandi. Puzzle di favole. In sequenza spaziale e temporale.  Puzzle  di immagini del proprio viso o di una persona cara, che può ricostruire.
  • Gioco della casa. In una scatola, ci sono oggetti in miniatura, tipici di alcuni ambienti interni della casa (cucina, camera da letto, bagno, salotto). Deve ricostruire l’ambiente, e metterli come vuole, con i personaggi. Memoria del vissuto.
  • Gioco del mondo. In una scatola ci sono oggetti in miniatura, tipici di ambienti esterni. (Mare, montagna, giardino, bosco, alberi, treno, macchina, nave,…) Con i personaggi in miniatura. (operaio, vigile, …). Anche ambienti storici (castello, cavalieri, pirati, guerra, indiani). Costruire una scena.
  • Gioco della fantasia. In una scatola ci sono oggetti che ricostruiscono ambienti di favole e personaggi delle favole. I pazienti riproduce la favola dall’inizio alla fine.    Memoria,  organizzazione spazio-temporale. Operazioni mentali concrete e rappresentative.
  • Farsi insegnare dai bambini come si gioca.  Relazione  significativa.  
  • Giocare con loro.     Relazione emotiva.

 

 ___________________________________________________________________________________________

Terapia del cuore.

 16

 

  1. Amore per sé. Prendersi cura di sé.
  • I  propri spazi.  Mettere a posto le proprie cose, con l’aiuto di una persona (fare letto, preparare i vestiti, lavarsi).
  • I  propri tempi.  Immagini associate per ricordare cosa fare. Mattino: immagine dell’alba (un sole che nasce), davanti a un’immagine di caffè, vestiti, doccia. Pranzo: immagine del sole in cielo, davanti a un’immagine di pastasciutta, pollo con patatine. Cena: immagine della luna, in un cielo celeste. Davanti a un’immagine di minestra. Notte: l’immagine del cielo blu scuro, con le stelle. Davanti a un’immagine di un letto. Dormire.

 

  1. Amore per gli altri.
  • Coppia di amici. Due malati che si aiutano a vicenda. Che si prendono cura l’uno dell’altro. Come fratelli. Una nuova famiglia.
  • Fare esercizi insieme.  In cerchio.  per potersi guardare. Per rispecchiarsi nell’altro.  Per vivere l’altro. 
  • Fare un’attività personale insieme (mettere a posto, preparare la tavola)
  • Giocare insieme (con i giochi da tavolo).
  • Guardare insieme dei film comici.     
  • Ridere insieme.   Con scenette rappresentate. Burattini. Patch Adams.                                   

 

  1. Amore di Dio.
  • Messa. Sacramenti. Parlare dell’anima. Si attiva l’anima. Si muove l’anima. Riprende forza. Non è più ferita. Non è più malata. In un posto, non c’è più la malattia. È stata vinta la malattia.   C’è una parte di sé, sana. 
  • L’Unzione degli infermi. Lo Spirito Santo dà la forza all’anima, al cuore, e anche al corpo. Si placa il dolore e il sentimento di morte.  La croce personale, diventa parte della croce del Figlio di Dio. In lui e con lui, quella croce acquista senso e significato.  Salva il mondo.    La persona malata  torna ad essere utile.   Essenziale. 
  • Si prepara alla vita.  Non  alla morte. Ma alla vita vera. A quella che viene dopo.  Nella gioia e nell’Amore di Dio. E dei suoi cari. Per sempre.

 

 

 

 

 Dr.ssa Maria Grazia Vallorani. 

©   2013- Tutti i diritti riservati. Il presente testo è riproducibile con l’obbligo di citarne la fonte ed il divieto di modificarlo, anche parzialmente, per qualsiasi motivo. E’ vietato utilizzare il testo per fini lucrativi. Per qualsiasi altro uso è necessaria l’espressa autorizzazione dell’autore. Pubblicato il 3 marzo 2017.  Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.